quaderni di management 
bimestrale di cultura managerialeE.G.V.
  
  < Torna all'indice

Voglia di crescita

Giancarlo Oriani


 

Quaderni di management entra nel suo quarto anno di vita, e ci entra con l’intenzione di supportare una “voglia di crescita” che possa finalmente affermarsi quest’anno in Italia, dopo anni di crisi di competitività e di immagine del paese. “Voglia di crescita” vuol dire porsi per la rivista l’obiettivo (o avere la speranza) che i temi e gli articoli che quest’anno ospiteremo saranno soprattutto centrati su visioni, esperienze, metodi, orientati alla crescita delle aziende, più che alla loro ristrutturazione o difesa. Quindi orientati all’innovazione, allo sviluppo per linee interne o esterne, all’aumento di competenze ...
La crescita richiede innanzitutto delle strategie innovative. Per questo nella tradizionale sezione “Letture straniere” ospitiamo un tema ora di moda: quello dell’ “oceano blu” di Kim e Mauborgne. L’articolo è la traduzione di uno scritto apparso sull’Insead Quarterly. Lo stimolo è forte: non competere nei modi soliti, testa a testa sugli stessi fattori competitivi (l’oceano rosso di profitti decrescenti), ma inventandosi nuovi business e nuove modalità competitive (l’oceano blu). Forti sono anche le riflessioni che questo testo può generare: è chiaro che bisogna inventare gli “oceani blu”, e che questi rendono di più, ma come si fa? E’ molto bello essere ricostruzionisti, ma ancora una volta, come si può diventarlo, e, soprattutto, se sono in grado di diventarlo tutti, cosa succede dopo? In che misura l’oceano blu inventato da un’avanguardia, qualora sia imitabile, diventa rapidamente un’oceano rosso quando anche i nuovi arrivati vi cercano il loro spazio?
La crescita richiede anche nuove competenze di gestione efficace della supply chain.
Alessandro Brun del Politecnico di Milano ci propone un contributo teorico, fornendo una classificazione e una valutazione dei più rilevanti modelli di misura delle prestazioni della supply chain.
Bruschi, direttore commerciale di TNT, nell’altra sezione tradizionale, quella delle interviste intitolata “Cosa ci aspetta nel futuro”, ci propone invece un quadro pratico della situazione attuale della logistica in Italia. Evidenziando i limiti culturali e infrastrutturali che la caratterizzano. Soprattutto i limiti culturali sono un tema che è stato spesso presente nella nostra rivista, in altri articoli e interviste: limiti che determinano la difficoltà di avere una visione integrata e collaborativa dei flussi logistici.
Anche l’articolo di Carminati, di Festo Consulenza e Formazione, che ci propone i risultati di una ricerca sul campo, va nella stessa direzione. Il quadro che ne emerge posiziona l’industria italiana ancora molto distante da un modello evoluto di supply-chain collaborativa, capace di integrare in modo strutturato tutti gli anelli della catena ed orientato alla generazione del valore lungo tutta la filiera. Le aziende sono ancora troppo focalizzate sul miglioramento dei loro processi interni ed appare ancora debole e poco strutturata la determinazione ad andare oltre i confini, per impostare relazioni di partnership con tutti gli attori.
L’articolo di Sodo di IBM Business Consulting Services sottolinea infine che l’ottimizzazione della supply chain è tra i primi argomenti nell’agenda dei CEO, ma il problema è come saperla ripensare in tutte le parti che la compongono.
La crescita richiede anche tecniche innovative: questo numero offre tre articoli su tre temi diversi, che però condividono un modo nuovo di guardare ai problemi della gestione della complessità aziendale: la legge della varietà necessaria, il conwip, la business intelligence.
Gandolfi, si chiede come possano reagire dirigenti, alti funzionari e uomini politici all’inesorabile aumento della complessità in cui sono chiamati ad operare. Partendo da una legge (Law of requisite variety) formulata quasi cinquant’anni fa dal cibernetico W.R. Ashby, egli propone un modello strategico di riferimento per la gestione dei sistemi socio-tecnici, ovvero per affrontare e gestire in modo più efficace la complessità in ambito aziendale, sociale, economico e politico.
DeToni e Pinarello ci descrivono la tecnica di controllo avanzamento Conwip, il suo funzionamento e le sue varianti. Essa viene confrontata con le tecniche “classiche”, quali il sistema push, il kanban ed il Synchro-MRP.
Simonetto ci offre invece una riflessione sullo stato dell’arte della business intelligence e degli investimenti fatti (o non fatti) in essa.
Per il 2006 abbiamo previsto una novità, che vuole “alleggerire” il tono della rivista, pur mantenendo alta la capacità di contribuire alla riflessione dei manager. Si tratta di brevi “Ritratti di difficoltà di integrazione interculturale in Aziende Venete” della lunghezza di una pagina. Nell’ambito del Progetto Equal “G-Local”, Industriali Veneto SIAV ha organizzato l’analisi di esperienze di difficoltà di gestione a sfondo culturale: questioni a volte di natura organizzativa o comunicativa, esperienze di negoziati o di incomprensioni a livello personale, ecc. Le esperienze hanno sortito una serie di “Ritratti”, ad opera dell’olandese Mike van der Vijver.Riteniamo che, pur nate in ambito veneto, questi ritratti offrano ottimi esempi di cosa possa voler dire integrazione culturale ovunque.