Che cosa c’è dentro la “nuvola”?
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Giancarlo Oriani
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Mi sono permesso di riprendere il titolo di Molinari che inquadra perfettamente il tema al centro del focus sul cloud computing, da lui coordinato, che vi offriamo in questo numero di quaderni di management.
L’articolo introduttivo di Molinari evidenzia con estrema chiarezza quali sono i vantaggi del nuovo modello. Qui vogliamo brevemente anticiparne alcuni: la riduzione dei costi di gestione operativa; l’elasticità, ovvero la possibilità di adattare la potenza di calcolo o lo spazio disco alla reale necessità del momento, senza eccedere negli investimenti; l’accessibilità, in altre parole la possibilità di accedere alla propria infrastruttura e alle proprie applicazioni praticamente da qualsiasi località e con la maggior parte dei dispositivi mobili. Ne vorremmo infine evidenziare altri due, secondo noi particolarmente interessanti: la possibilità, tramite la virtualizzazione dei server, del networking e degli storage, di ridurre i costi energetici e l’opportunità, anche per le piccole e medie imprese, di disporre di un’architettura informatica evoluta grazie alla riduzione della spesa necessaria per attivarla e gestirla.
In particolare, l’articolo di Di Massimo di Microsoft affronta il tema dell’uso delle soluzioni cloud da parte delle piccole e medie imprese. La sua visione è senz’altro positiva: “sembra infatti che sia proprio il cloud computing che possa far recuperare [alle PMI] l’attuale gap tecnologico che le penalizza … l’adozione delle tecnologie cloud ha un driver sostenibile perché riduce i costi per una qualità più alta del servizio”. Anche se vanno create le condizioni: “occorre però realizzare in concreto le economie di scala e creare una relazione di fiducia basata sulla trasparenza tra il mercato e i fornitori di tecnologia cloud”.
L’articolo di Coltri, di Engineering, descrive, tra i diversi modelli cloud, il software-as-a-service. Secondo l’autore questo modello fornisce le maggiori potenzialità. C’è un però: i vantaggi possono essere minacciati dalla maggior difficoltà di integrazione e governo, non appena i fornitori cominciano a moltiplicarsi. L’articolo analizza i principali aspetti da tenere in considerazione nella valutazione dell’adozione.
D´Onofrio, di IBM, è forse il più visionario. Ritiene infatti che il potenziale del cloud non sia stato ancora pienamente sfruttato. Infatti “il cloud potrebbe cambiare in modo radicale gli scenari competitivi, mettendo a disposizione una nuova piattaforma che crea valore per il business”. Per le aziende si pone un problema strategico: “come impiegare al meglio i modelli di business supportati dal cloud che possono promuovere un vantaggio competitivo sostenibile”.
Salmi di Eni descrive invece l’affascinante progetto di costruzione del Green Data Center (già descritto in un precedente numero di quaderni di management, il 45/2010), che fornisce il contributo ad una più ampia strategia di allineamento ai principi dello sviluppo sostenibile ed al rinnovamento dell’infrastruttura ICT secondo il paradigma del cloud. Secondo l’autore, siamo di fronte ad una “grande opportunità di cambiamento dell’intero sistema informativo aziendale per conseguire la semplificazione, la razionalizzazione e l’efficienza dei servizi ICT” che rappresenta un potentissimo abilitatore per la riduzione dei costi operativi per il futuro.
L’articolo di Franzone e Lo Presti di Netics descrive infine gli scenari possibili del cloud computing nella Pubblica Amministrazione Italiana, che “ non può prescindere dal prendere in considerazione il modello del cloud computing per conseguire adeguati livelli di economicità, flessibilità e orientamento al cittadino”. Anche in questo caso, però, insieme alle opportunità si evidenziano professionalmente i possibili problemi; che nel caso sono gli ostacoli di natura economica, burocratica, normativa e organizzativa mostrati dal nostro Sistema Paese.
La previsione è l’emergere di un modello di “private cloud della PA italiana” a forte regia pubblica.
L’intervista a Eric Clementi, Senior Vice President Global Technology Services di IBM, l’unico italiano arrivato a tali livelli gerarchici all’interno di IBM, riveste particolare interesse sia per il legame colm il focus sul cloud sia per la descrizione “dall’interno” di IBM. Per quanto riguarda il cloud, Clementi evidenzia che non si tratta solo di virtualizzazione, ma anche standardizzazione ed automazione giocano un ruolo centrale. Infatti, i vantaggi economici del cloud dipendono dal fatto di poter beneficiare di modelli gestionali altamente ottimizzati grazie ad elevati livelli di standardizzazione ed automazione. Per quanto riguarda invece la descrizione fatta di IBM, vorremmo sottolineare, tra gli altri elementi, l’individuazione della “pazienza istituzionale” come una modalità di comportamento che caratterizza l’evoluzione, ed il successo, della ormai centenaria azienda americana.
Buona lettura
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